Riflettendo sulla vecchiaia….
“La terza e quarta età” secondo Marc Augé
“INVECCHIO, DUNQUE VIVO”
di Ugo Sartorio
(Testo integrale “OSS. ROMANO” 14 gennaio2015 pag 4)
Ho incontrato un libro di Marc Augé “Une éthnologie de soi.Le temp sans Age ” che in italiano suona : “Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste” (Milano, Raffaello Cortina, 2014)opera presentata da Ugo Sartorio sul giornale “Osservatore Romano” 2015
I primi osservatori di noi stessi, si afferma, siamo proprio noi: Capita a tutti, prima o poi, di fermarsi, di guardarsi allo specchio, di fare bilanci sul tempo passato e che passa, di svegliarsi di soprassalto esclamando: “Ho quaranta, cinquanta, sessant’anni!…cioè pensarsi come più o meno vecchi .
Molto dipende dal contesto in cui si vive.Ad esempio: chiamare vecchio un quarantenne in Costa d’Avorio esprime innanzi tutto rispetto e considerazione…
Un’altra considerazione va aggiunta: non dappertutto si invecchia alla stessa età: molto dipende dal luogo di origine, dal ceto sociale, dall’attività svolta, e da molto altro…”
La speranza di vita longeva è anche un segno di ineguaglianza tra i continenti e un indicatore di sviluppo ..
Ciò che l’autore cerca di far perdere è l’attribuzione alla vecchiaia di quote di saggezza gratuite…
Non è più il tempo di esorcizzare l’avanzare degli anni facendo l’elenco di favori dovuti all’età: “Sono vecchio, ma…! Sono vecchio, proprio per questo…”
Vale piuttosto la pena di entrare nella propria pelle, negli anni che portiamo e che ci portano, nel tempo che ora ci spetta vivere
L’espressione: “Quanti anni hai?-in inglese suona: How old are you?,(letteralmente:quanto vecchio sei), la risposta è “I’m” “Io sono quaranta, cinquanta…anni vecchio”
Ma noi siamo realmente i nostri anni, solo i nostri anni? Siamo perimetrati unicamente nell’età declinata?
L’autore preferisce autodefinirsi “stagionato” o anche “stravecchio” in quanto una persona “stagionata”, ”stravecchia” racchiude in sé numerosi passati ugualmente presenti nella sua memoria ed intende così dispiegare la propria tesi: l’età dell’uomo, al singolare, lo inchioda al presente, ponendolo sotto la lente di ingrandimento della contingenza, mentre “le età” al plurale rimandano alla metafora delle stagioni e alla pienezza che ognuna porta in sé.
Quando si lascia che l’età, al singolare , diventi il timone della propria vita, (tanto che, per rimanere giovani, si insegna al proprio corpo a dissimulare o a mentire), si finisce col combattere una battaglia che sarà inevitabilmente persa. Come Napoleone nella campagna di Francia, si possono
collezionare vittorie su vittorie, sapendo che quella che ci attende è la disfatta finale.
Meglio vivere il proprio tempo senza preoccuparsi troppo dell’età: c’è una conoscenza della vita che solo la vecchiaia può dare!
“Invecchiare, afferma l’autore, significa sperimentare nuovi rapporti umani;
inoltre è un privilegio che molti non hanno avuto e di cui è bene essere consapevoli;
per alcuni è l’occasione di vivere ciò che avevano solo immaginato domandandosi quali fossero le sensazioni provate dai “loro vecchi”
Riduttivo descrivere la vecchiaia come la somma precaria di tanti avvenimenti passati.
Si tratta piuttosto di un tempo in cui c’è un po’ di tutto, molto in verità… soprattutto si ha la possibilità di spaziare lungo gli anni
Così questo libro, (delicato e acuto, l’autore svolge un’efficace etnologia di sè che fa da specchio a tanti), chiude con una constatazione vera ma con un lato crudele. Il diffuso morbo di Alzheimer risulta essere l’accelerazione di un naturale processo di selezione dei ricordi, i più tenaci dei quali sono quelli dell’infanzia, per cui non è azzardato affermare che tutti muoiono giovani…
Carissima Sorella /Fratello
Quale piacere avrei di essere più vicina a te per darti un grande abbraccio per il Nuovo Anno.
Tuttavia non sarà la distanza che mi impedirà di essere in comunione con te.
E che cosa posso dirti in questa fine d’anno?
Non guardare indietro. Guarda davanti a te.
Il tuo posto è qui: nell’oggi si gioca il futuro.
Nessun pessimismo, nessun scoraggiamento…..Ciò che non hai realizzato nel 2015, potrà aver successo nel 2016.
Mai piangere sul latte versato…. Dio ci dà la capacità di ricominciare tutto, ogni giorno.
Basta volerlo!
Il nuovo anno sia per te una grande possibilità di vittoria
Il nuovo anno sia per te una nuova possibilità per realizzare i tuoi grandi sogni, i tuoi ideali.
Il nuovo Anno sia per te un’occasione in più per innalzare a Dio un grande inno di vittoria per tutte le conquiste raggiunte…E sono state tante!
Il Nuovo Anno sia per te una meravigliosa possibilità di crescere nella fede, nella speranza , nella solidarietà
Dio ti vuole discepola/o, Missionaria/o :
Da’ ciò che hai di meglio in famiglia, nel lavoro, nella comunità , nella convivenza sociale.
Ti auguro un Felice e benedetto Anno Nuovo
Dice la Bibbia: Qoelet: 3
"Ogni evento ha il suo tempo..."
e gli fanno eco i versi di Laotzu, (poeta cinese del 500 a.C.)
.... c'è un tempo per stare davanti e un tempo per stare dietro,
un tempo per agire e un tempo per riposare..."